Fisioterapia e tecniche invasive: epi e dry needling
La fisioterapia è una professione in continua evoluzione e negli ultimi anni sono state sviluppate due nuove tecniche entusiasmanti ed estremamente efficaci. Si differenziano dalle altre tecniche perché sono invasive, cioè devono penetrare nella pelle per raggiungere la lesione della fascia, del muscolo, del tendine o del legamento. Per fare questo, il fisioterapista utilizza aghi molto sottili che hanno uno spessore di soli 0,25 mm e una lunghezza compresa tra 13 mm e 70 mm, a seconda della profondità della lesione.
Sebbene il metodo di accesso di entrambe le tecniche sia lo stesso, cioè penetrare nella pelle e colpire direttamente il sito della lesione, in realtà sono molto diversi.
Elettrolisi intratissutale percutanea (EPI)
Le riparazioni hanno interessato i tessuti molli irritandoli prima con una corrente diretta (o galvanica) fatta passare attraverso un ago da agopuntura. Ciò produce un effetto infiammatorio localizzato che comporta un meccanismo di fagocitosi, seguito da un processo in cui si ha una proliferazione di tessuto collagene non strutturato, seguito dalla riparazione del tessuto corrispondente.
Il trattamento viene eseguito utilizzando gli ultrasuoni, assicurandosi che l'ago sia posizionato esattamente nel punto giusto sulla zona interessata. Ciò significa che deve essere applicato da un fisioterapista esperto e adeguatamente formato nelle tecniche di dry needling, nella localizzazione delle strutture muscolari mediante ultrasuoni e nell'EPI®.
L'EPI® viene utilizzato principalmente per il trattamento delle tendinopatie croniche (pubalgia, tendinopatia dell'achilleo, tendinopatia della cuffia dei rotatori, gomito del tennista e del golfista, ecc.), ma svolge anche un ruolo decisivo nel trattamento di numerose altre lesioni muscolari e scheletriche, come le distorsioni croniche. , lesioni, lesioni croniche dei legamenti, ecc.
Agugliatura a secco
Consiste nell'introdurre un ago da agopuntura all'interno della fascia tesa del muscolo (senza infiltrare alcun tipo di sostanza) per distruggere il punto trigger che si è formato lì e che causa il dolore. La teoria fisiologica alla base di questa tecnica è quella di distruggere le piastre motorie che causano il malfunzionamento di questa banda fibrosa. In pochi giorni il corpo le sostituisce con nuove placche prive della funzione ipertonica difettosa che causava il dolore.
Con questa tecnica si stanno facendo progressi non solo negli atleti e nella traumatologia in generale, ma anche nei pazienti emiplegici, dove la normalizzazione delle placche motorie rappresenta un grande progresso nel loro trattamento. Rappresenta un enorme progresso nella correzione della mancanza di tono muscolare in questi pazienti, motivo per cui hanno difficoltà a muoversi. La normalizzazione del tono muscolare non avviene solo a livello distale ma innesca anche cambiamenti nel sistema nervoso centrale.
I sintomi possono aumentare ad un certo livello da 2 a 48 ore dopo il trattamento con dry needling, dopodiché, anche se la lesione è migliorata, si dovrebbe comunque applicare la terapia fisica per rieducare la funzione muscolare e prevenire la ricomparsa dei sintomi.